È un giorno di quarantena come un altro, oramai assuefatti allo snocciolare di numeri e di modelli sull’epidemia presentati nei vari appuntamenti mediatici con le istituzioni per i consueti aggiornamenti quotidiani.
La giornata cambia quando Marianna Borriello mi porta all’attenzione un bigliettino, riprodotto in foto, recuperato da un gruppo oramai non identificato: perché tanti sono i gruppi e tanti i file condivisi, soprattutto in questo turbolento momento. Ma se da un lato siamo mediaticamente sovraesposti ai numeri del contagio fino a svuotarli di significato, dall’altro subiamo un bombardamento di ricette, cure, consigli, e rimedi. Molto spesso queste indicazioni sono concepite da qualcuno di cui si ignora l’identità e le ragioni per cui afferma quello che afferma.
Nonostante tutto esse vengono considerate da molti, anzi troppi, dei consigli di primaria validità atti a combattere qualsiasi disturbo… e tanto per restare in argomento si parla anche questa volta di oli essenziali.
L’oggetto di questa foto è una serie di ricette sul famoso Tea Tree Oil (TTO). Questo olio essenziale deriva dalla distillazione in corrente di vapore delle foglie di un arbusto di origine australiana, la Melaleuca Alternifolia, della famiglia delle Myrtaceae.
L’attenzione su questa pianta nasce intorno agli anni ’20, quando Penfold [1], un chimico australiano, ne studiò le proprietà antisettiche [2]. Tra alti e bassi, arriviamo fino agli anni ’70, quando il rinnovato interesse per le molecole di origine vegetale diede nuova linfa alla fortuna commerciale di questo prodotto.
Attualmente la produzione di TTO è una produzione intensiva e molto industrializzata. L’Australia detiene oltre l’80% di tale produzione, ed il fatturato globale nel 2017 è stato valutato in 38,8 milioni di dollari [3].
[4] Editing: Produzione al 2003 di TTO nel solo Nuovo Galles del Sud, costa Sud-Orientale dell’Australia. La coltivazione usa metodi di silvicoltura meccanizzata.
Profilo chimico e studi sull’azione antimicrobica
Il TTO forse è uno degli oli essenziali meglio caratterizzati in letteratura: ha mostrato buoni risultati sia in vitro che in vivo, oltre che in alcuni studi clinici su pazienti, anche se questi ultimi sono di modeste dimensioni. La composizione chimica del TTO è dominata da terpinen-4-olo (40%), γ-terpinene (20%), α-terpinene (10%), 1,8-cineolo (5%), terpinolene (3%). In base alla dose di olio utilizzata*, l’azione può essere sia batteriostatica che battericida (nel caso di batteri) e lo spettro d’azione include anche organismi che abbiano sviluppato antibiotico-resistenza. Anche per quanto riguarda l’attività antimicotica (studi su Candida albicans, Aspergillus niger), il TTO ha mostrato essere molto attivo anche a basse concentrazioni. Per quanto riguarda l’azione antivirale ci sono pochi studi disponibili che riguardano il virus del mosaico del tabacco (TMV), i virus dell’herpes (HSV-1 e HSV-2), ma le informazioni a disposizione sono ancora troppo frammentarie [5] .*Si misurano in questo caso due parametri: MIC (Minimum Inhibiting Concentration) che è la concentrazione più bassa del composto in esame necessaria per inibire la crescita di un dato microrganismo, e MBC (Minimum Bactericidal Concentration nel caso di batteri) o MFC (Minimum Fungicidal Concentration nel caso di miceti), concentrazione più bassa del composto in esame necessaria per provocare la morte del 99.9% di una data popolazione microbica. Nel caso del TTO per molti microrganismi sono stati determinate questi parametri, i valori sono diversi a seconda del microrganismo considerato, ma in generale a basse concentrazioni prevale l’effetto batteriostatico/inibitorio di crescita micotica ad alte quello battericida/fungicida.” *Si misurano in questo caso due parametri: MIC (Minimum Inhibiting Concentration) che è la concentrazione più bassa del composto in esame necessaria per inibire la crescita di un dato microrganismo, e MBC (Minimum Bactericidal Concentration nel caso di batteri) o MFC (Minimum Fungicidal Concentration nel caso di miceti), concentrazione più bassa del composto in esame necessaria per provocare la morte del 99.9% di una data popolazione microbica. Nel caso del TTO per molti microrganismi sono stati determinate questi parametri, i valori sono diversi a seconda del microrganismo considerato, ma in generale a basse concentrazioni prevale l’effetto batteriostatico/inibitorio di crescita micotica ad alte quello battericida/fungicida.”]
Le chicche delle ricette in foto
Dando un rapido sguardo a queste ricette, la prima cosa che salta all’occhio è la quantità di olio essenziale utilizzato. Ecco alcuni esempi:
- 10 gocce in 250 ml di acqua calda come spray per disinfettare le superfici.
- 5 gocce in lavatrice (da 6, da 8 o da 10 chili? A metà carico o a pieno carico? E la centrifuga la posso azionare????)
- 2 o 3 gocce nello shampoo (ma in quanto shampoo?)
- 5 gocce nel secchio di acqua per lavare i pavimenti (il secchio da 3 o da 5 litri?)
- Per la lavanda vaginale… no comment!
In tabella riportiamo alcune conversioni volume- gocce per alcuni oli essenziali, assumendo per grandi linee che una goccia sia equivalente ad 1/20 di ml. Facendo due conti le concentrazioni suggerite in queste preparazioni sono estremamente diluite affinché si possa registrare alcuna attività antimicrobica[6].
Risulta chiaro dalla tabella riportata sopra che le concentrazioni suggerite in queste preparazioni sono estremamente diluite affinché si possa registrare alcuna attività antimicrobica.
Per non parlare della pratica di aggiungere l’olio essenziale alla sola acqua. Gli oli essenziali, sono miscele di natura lipidica (sono affini ai grassi): come quando proviamo a mescolare, per esempio, acqua e olio di oliva, quest’ultimo si separa e si stratifica in superficie (perché insolubile nella matrice acquosa) così si comportano gli oli essenziali.
Ed anche agitando, l’olio essenziale in acqua non potrà mai essere adeguatamente distribuito.
Se proprio vogliamo usarlo per applicazioni sulla pelle, buona norma sarebbe diluirlo in un olio, come l’olio di mandorle dolci o l’olio di oliva. Nel caso della detergenza, anche la diluizione in un tensioattivo come il sapone liquido può andar bene.
Occhio però alla quantità utilizzata!
10 gocce in un quarto di litro sono poche. Contestualmente, però, non bisogna eccedere con l’uso, come già riportato nel mio precedente post. Gli oli essenziali sono concentrati di molecole piccole, penetranti nei tessuti biologici, con un’elevata bioattività ed anche piuttosto aggressive.
[7] Editing: Oli essenziali: tecnica, qualità, normativa e mercato
Usiamo gli oli essenziali come sostanze preziose !
In ultimo non dimentichiamo i parametri produttivi degli oli essenziali, in particolare non dimentichiamo la resa, ovvero i chilogrammi di essenza ottenuta per 100 kg di materiale vegetale di partenza.
Le specie ad alta resa (per esempio 1%) sono specie in cui per 100 kg di materiale vegetale introdotto nel distillatore ricaviamo un chilogrammo di olio essenziale.
Il TTO è una specie definita ad alta resa, ma capiamo bene da questi numeri che alta e bassa resa sono relativi ad una scala che tiene conto dei soli parametri produttivi: gli o.e. sono comunque costosi in termini economici, di uso del suolo e di impatto ambientale.
Quindi, usiamoli con parsimonia: evitiamo improbabili e inutili aggiunte in lavatrice o in secchi di acqua calda per il lavaggio dei pavimenti.
Cerchiamo di non ci fermarci ai soli proclami di naturalità e presunta salubrità, sviluppiamo la sana abitudine di verificare le informazioni che ci vengono date, perché, se non sono accompagnate da dati solidi e validati, valgono ben poco.
Questo articolo vuole donare uno strumento in più in tale direzione.
Marianna Monaco, chimico industriale
Foto di Seksak Kerdkanno da Pixabay
Bibliografia
[1] http://adb.anu.edu.au/biography/penfold-arthur-de-ramon-8013[2] The germicidal values of some Australian essential oils and their pure constituents : together with those for some essential oil isolates and synthetics. Part III / by A.R. Penfold and R. Grant. Penfold, A. R., 1926.[3] Global Tea Tree Oil Market Analysis 2018-2025: Segmented by Application, End-user, Grade, and Region – https://www.planthealthaustralia.com.au/industries/tea-tree/[4] The Australian tea tree oil industry. Richard L. Davis. G.R. Davis Pty Ltd. 29 Princes St., Riverstone, NSW 2765, Australia.
http://www.nononsensecosmethic.org/wp-content/uploads/2014/04/Australian-tea-tree-industry-R-Davis.pdf[5] Melaleuca alternifolia (Tea Tree) Oil: a Review of Antimicrobial and Other Medicinal Properties- C. F. Carson,1 K. A. Hammer,1 and T. V. Riley1,2,- Clinical Microbiology Reviews 2006[6]https://www.gadoi.it/wp/wp-content/uploads/2017/02/Come-usare-gli-oli-essenziali-in-sicurezza.pdf[7] Oli essenziali: tecnica, qualità, normativa e mercato – Andrea Primavera Agronomo Ph.D- Perugia[8] https://www.mariannaborriello.com/2020/03/30/oli-essenziali-coronavirus-sicurezza-polmoni-relax/?fbclid=IwAR38BNup3jGMVDctjKjPXOh-F0KBkO2oZKNnpssvkCRepad0bU3tYJiWQl4
Per approfondimenti:
Oli Essenziali: Istruzioni per l’Uso – Marco Valussi –Tecniche nuove edizioni
https://meristemi.wordpress.com/
http://www.siroe.it/