Quando si dice la verità si è sicuri, prima o poi, di essere scoperti.
Oscar Wilde
Ciò di cui mi occupo è il recupero di un antico modo di approcciarsi al corpo.
E’ eredità dei medici della nostra antica medicina popolare che ragionavano dell’uomo ancora come di espressione di natura, che nella scuola medica di Salerno forse raggiunge l’ultima sistemazione più estesa.
Ciò di cui mi occupo e ricordare all’uomo che è esso stesso Natura e in essa trova medicamento corpo e animo. L’alimentazione e la fitoterapia rimangono essenziali strumenti nella prevenzione, valide conoscenze nella gestione di eventuali squilibri.
Quando D. si è presentato al mio studio aveva un problema annoso di colesterolo LDL alto e un’unica soluzione proposta: statine a vita.
Il colesterolo è generato da quasi tutti gli organi.
In particolar modo dal fegato, surrene, nella cute, nella mucosa della parete intestinale.
Nel nostro organismo vengono prodotti, per 2/3 dal fegato, tutti i giorni 2g di colesterolo ( colesterolo endogeno cioè prodotto all’interno del corpo). Un quantitativo già 3 o 4 volte superiore a quello introdotto con l’alimentazione(0,3-0,5g di colesterolo esogeno).
Questo ci fa intuire che è una molecola importante per il nostro organismo. Una molecola quasi prettamente animale. Che se introdotta in eccesso viene accumulata per essere magari successivamente usata.
Poichè il sangue è essenzialmente composto di acqua, e i grassi sono repellenti all’acqua, per muoversi in esso devono essere trasportati da particolari trasportatori proteici detti lipoproteine.
Anche in base alla loro densità questi trasportatori di colesterolo si dividono in:
- HDL (dall’acronimo inglese che significa lipoproteine ad alta densità)
- VLDL (dall’acronimo inglese che significa lipoproteine a densità molto bassa)
- LDL (dall’acronimo inglese che significa lipoproteine a bassa densità).
Quest’ultimo se in eccesso tende a posarsi sulle pareti dei vasi arteriosi potendo determinare restringimento del lume e quindi aterosclerosi.
Al contrario l’HDL è detto buono perché non si deposita ma tende a rimuovere il colesterolo che invece si è incrostato nelle arterie.
Il fegato promuove la fuoriuscita del colesterolo in due modi: nella bile e con gli acidi biliari anche essi eliminati con la bile.
La maggiore parte viene portata nel sangue sotto forma di colesterolo libero o esterificato. Nell’intestino vengono versati tutti i giorni da 20 a 30g di acidi biliari e riassorbiti nella parte più distale del tenue e sotto forma di acidi biliari secondari riportati al fegato, rielaborati ed escreti nuovamente.
Chi consuma cibi prevalentemente proteici e poveri di grassi vegetali ospita nel colon una moltitudine di un certo tipo di microorganismi che degradano gli acidi biliari non agevolando così la limitazione della sintesi di colesterolo endogeno. Non solo.
Questa degradazione produce alcuni potenti cancerogeni come l’acido apcolico o le nitrosammine. Alcuni di noi pure svolgendo una vita non particolarmente insana presentano una grossa quantità di colesterolo endogeno, prodotto dal corpo stesso, e quindi rischio di aterosclerosi e danno cardiovascolare.
L’Istat rivela che insieme ai tumori, le malattie cardiovascolari rappresentano il primo “killer” per gli italiani, seguono le patologie cerebrovascolari.
Quando D. è venuto da me aveva un problema annoso di colesterolo LDL elevato e non voleva divenire dipendente dalle statine.
Le statine lavorano bloccando la sintesi del colesterolo e fra gli altri anche del CoEnzima Q10 , molecole di per sè fondamentali per l’integrità cellulare. Questo determina soprattutto sul lungo periodo una serie di conseguenze fra i più comuni dolori muscolari, vertigini, episodi neurodegenerativi e debolezza.
D. non ha neanche 40 anni. Non fuma, fa sport, aveva già la tendenza a fare attenzione alla sua alimentazione.
E’ un individuo dinamico. Anche troppo.
Mi ha esposto il suo problema. Per lui parlavano le analisi: a fronte di una regolarità degli altri parametri, i valori di colesterolo erano i seguenti:
Totale 256 mg/dl
HDL 55 mg/dl
LDL 188 mg/dl
Non bastava una dieta con cui diminuire il quantitativo di colesterolo introdotto con l’alimentazione.
D. ne produceva in eccesso. Gli ho spiegato che quello che potevamo provare anche nel suo caso era, con alcune combinazioni alimentari, condizionare le popolazioni di microorganismi del tratto dell’intestino tenue deputato all’assorbimento dei suoi acidi biliari provando così a determinare una ridotta degradazione degli stessi, scarso riassorbimento e veloce espulsione con le feci.
In tal modo avrebbe fatto di un problema un motivo per rivedere il suo stile alimentare e quindi una risorsa per vivere meglio.
Abbiamo iniziato a novembre 2016 con una terapia alimentare che prevedesse sostanzialmente una modifica della qualità e quantità delle proteine introdotte, una importante presenza di un particolare tipo di fibra alimentare. Accanto alcune indicazioni fitoterapiche.
Abbiamo integrato l’alimentazione con i principi attivi di alcune piante sotto forma di tisana durante la giornata. Infine continuare a fare sport.
Dopo circa sei mesi, ad aprile 2017, D. ha ripetuto le analisi:
- Colesterolo totale 200mg/dl
- HDL 56mg/dl
- LDL 89,7 mg/dl
LDL si era ridotto della metà rispetto alle analisi di ottobre.
Certo è un primo risultato. Un quadro più complesso lo avremo fra altri sei mesi. Per ora prepariamo una terapia alimentare estiva con i medesimi principi di quella invernale approfittando dei prodotti che la stagione dona.
Se il dato fosse confermato D. avrebbe risolto un problema che poteva divenire molto preoccupante e per cui attualmente la soluzione più consigliata sembra aggiungere complicazioni nel tempo, non diminuirne.
Soprattutto avrebbe acquisito la capacità di prendersi cura di sè. In fondo della sua staordinarietà.
Un potere nuovo.
Bibliografia essenziale
- K.E. Andersson et Al. , Wholegrain oat diet changes the expression of genes associated with intestinal bile acid transport, Molecular Nutrition & Food Research
- Reija Silvennoinen et al. Chronic intermittent psychological stress promotes macrophage reverse cholesterol transport by impairing bile acid absorption in mice, Molecular Nutrition & Food Research
- Arntzenius A.C. et al., Diet, lipoproteins and the progression of coronary atherosclerosis. The Leiden intervention trial, New England Journal of Medicine
- Šimić I, Reiner Ž1. Adverse effects of statins – myths and reality. Curr Pharm Des. 2015;21(9):1220-6.
- Formenti A., La salute in cucina, Mondadori, Milano
- Termometro politico: Mortalità Italiana